giovedì, giugno 29, 2006
Grandi
E' il Mondiale delle Grandi. Alla vigilia dei quarti di finale, possiamo notare come siano arrivate tra le prime otto squadre del mondo, tutte le vincitrici delle passate edizioni, eccetto l'Uruguay che non partecipa alla rassegna tedesca. Brasile, Argentina, Germania, Italia, Francia, Inghilterra, Portogallo, Ucraina sono un quadro quasi completo delle reali potenze del movimento calcistico. I valori di forza e di tradizione sono stati rispettati, senza che si verificasse l'emergere di nuove realtà come potevano essere in passato le squadre africane. Africa, Asia e CentroNordAmerica non hanno squadre qualificate ai quarti. In pratica, stiamo assistendo a un Europeo allargato a Brasile ed Argentina. Del resto, in questi paesi si giocano i campionati più competitivi, girano più soldi e dunque giocatori migliori. Vince la Tradizione, la Storia, a scapito forse di un'imprevidibilità portata da sorprese fresche. Certo, se le sorprese devono essere fenomeni catenacciari stile Grecia, forse è meglio così. Poco spettacolo in ogni caso, nel senso di effervescenza di sistemi di gioco e di giocate funamboliche. Non viene in mente nessun nome salito alla ribalta. Non è il Mondiale dei Grandi, ma delle grandi squadre. Della Storia del Calcio, che in modo quasi silenzioso, senza esaltare, si impone su un anonimo scenario. Lo Spettacolo lo fanno dunque le attese per le grandi sfide, per i ricordi e per il blasone, senza bisogno di effetti speciali. Saranno comunque memorabili scintille tra Giganti, seppure in toni minori (finora).
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